JEAN E BERTA - siciliani di Tunisia

 
Una piccola storia dentro una più grande: l'emigrazione italiana, perlopiù siciliana, in Tunisia. Jean e Berta, fratello e sorella (oggi non più viventi), nati in Tunisia da genitori provenienti da Giarratana (Ragusa) hanno vissuto il periodo del Protettorato francese nel pese nordafricano. Sono cresciuti nelle campagne in un contesto in cui gli italiani e i tunisini lavoravano per il padrone francese. Quello che ci colpì quando li incontrammo nel 2012 fu sentire il dialetto siciliano ben conservato da chi, come loro, in Sicilia non aveva mai vissuto. In casa di molti siciliani in Tunisia generalmente si parlava il siciliano mischiato a parole francesi e arabe. I racconti di un mondo agricolo, lontano ormai nel tempo, si intrecciano con i fatti storici che coinvolsero la comunità italiana in Tunisia: il fascismo prima e l'indipendenza tunisina dalla colonia francese poi, con la conseguente "cacciata" degli stranieri, che per gli italiani fu un dramma che cambiò la vita di tanti.
Agrigento murales: quartiere Santa Croce, quartiere migrante...
    photo: Enrico Montalbano
Sabato 3 e domenica 4 febbraio 2018, si è svolta al cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa) la tappa palermitana della rassegna "Viaggio in Italia col cinema tunisino"organizzata da SudTitles Palermo e la neonata Cineteca Nazionale di Tunisi, che ha girato in queste settimane diverse città italiane.
All'interno della rassegna ho presentato i cortometraggi "Kif Kif - siciliani di Tunisia (del 2012- di Enrico Montalbano e Laura Verduci) e "Marinette torna a casa" (del 2014 - di Enrico Montalbano, in collaborazione con Laura Verduci) primi appunti video del progetto VENTO, che oggi riprendo con la rinnovata idea di realizzazione di un film-documentario, insieme a Koiné Film, casa di produzione di Palermo. Sono stati due giorni di visioni intense, interessanti documentari e bellissime pellicole classiche della cinematografia  tunisina, ma anche terreno di scambio per future collaborazioni.



Come folate di vento si muovono le persone. Il VENTO alza polveri, trasforma, rimodella.
Ecco la metafora da cui voglio partire. Un vento passa e ripropone. Ricompone mentre  muove.
Le migrazioni sono come il vento. Mutano gli assetti, modificano i paesaggi.
I paesaggi sono le cose e le persone. Il loro modo di vivere, di pensare.
Un cambiamento lento e inevitabile si ripropone.


Vincitore nella categoria “Master" del concorso MEMORIE MIGRANTI a Gualdo Tadino (PG), Museo dell’Emigrazione “Pietro Conti”,  VIII edizione (2012).
Pagina ufficiale: 
http://www.emigrazione.it/magazine/news_94


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